
Tempi duri per chi vuole vendere all’estero rubinetti ma c’è una soluzione.
I produttori di rubinetti e miscelatori per bagno e cucina subiscono l’effetto Trump e registrano un calo drastico delle esportazioni verso il continente americano.
Secondo l’Istat nel primo trimestre del 2018 abbiamo assistito ad una riduzione del 17,8% per quanto riguarda l’export di mescolatori e mitigatori per impianti igienico-sanitari in America. Se si guarda solo l’area settentrionale del continente il calo sale al 21,1% mentre gli Stati Uniti nello specifico perdono il 25%.
In uno scenario di questo genere diventa difficile per gli esportatori italiani mantenere le proprie quote di mercato ed è quindi necessario correre al riparo cercando opportunità in altre aree.
Ecco spiegata la crescita dell’Asia (+23,3%), di cui Medio Oriente +17% e l’Asia Orientale +30%.
I mercati più interessanti sono Kuwait, Giordania, Libano, India, Hong Kong e Cina.
In questo scenario colpisce in negativo l’andamento dell’Arabia Saudita: -17% pur rimanendo il primo mercato asiatico per l’export di rubinetti italiani.
E l’Europa?
Le esportazioni verso l’Europea sono stabili (+2%).
La Svizzera, quinto mercato per l’export italiano, cresce del 17%: una buona notizia per chi vuole vendere all’estero rubinetti, che si trova infatti “sotto casa” un mercato molto ricettivo.
La soluzione, quindi, è quella di diversificare la propria presenza: mantenere o consolidare la propria quota nei mercati maturi, limitare i danni – in attesa di tempi migliori – per quanto riguarda il Nord America ed investire in mercati in forte crescita (Asia).