L’automazione industriale riveste un ruolo strategico in epoca di Industria 4.0.

Nel 2017 l’Italia si è confermata il terzo player pur distante dalla Germania e distantissima dal Giappone.

Gli esportatori italiani di robot industriali, infatti, hanno una quota di mercato del 6,5% mentre giapponesi e tedeschi hanno rispettivamente il 36% e il 14%.

Il commercio internazionale ci mostra un settore in crescita, in cui l’Italia segue il trend: +7% dal 2013, + 34% rispetto al 2016.

Vendere all’estero robot industriali significa guardarsi da concorrenti agguerriti come Francia, Stati Uniti (che hanno una quota del 5,5 e 5%) ma anche dal Far East (Cina, Corea del Sud, Taiwan) e dal Nord Europa (Danimarca, Svezia, Austria).

Le destinazioni preferite dell’export italiano sono Stati Uniti e Cina, seguiti dagli europei Belgio, Germania, Francia e Polonia.

Le opportunità da cogliere sono ancora molte: la Cina è il mercato più grande in assoluto con un import di 1,3 miliardi di $ (il 26% di tutto il mercato) e in cui l’Italia ha (solo) una quota dell’1,6%.

Un’altra sfida “esotica” è senz’altro rappresentata dal Messico, quinto importatore al mondo e in crescita del 17% rispetto al 2013.

In Europa la Repubblica Ceca è sempre più interessante: secondo mercato dopo la Germania e davanti alla Francia con una quasi totale assenza di produzione interna ed una domanda di robot industriali in crescita del 19%.

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