Il sentimento comune che suscita questa domanda potrebbe essere: oh ce n’è un’altra adesso!!

Le persone sono stanche di novità.
Negli ultimi 5 anni un susseguirsi di eventi strutturali ha messo a dura prova la nostra serenità (Pandemia, Guerra, Crisi climatica, ecc) e vorremmo tanto che per un po’ di tempo si potesse tornare alla normalità, anche un po’ noiosa, dei tempi più tranquilli. Questo quantomeno nella vita privata o in alcune situazioni particolari.

A livello lavorativo è invece questo il tempo di mettere al centro il management, il pensiero imprenditoriale virtuoso; per essere pronti, attenti e preparati ad accogliere il progresso dell’AI, che continuerà a spingere e farsi strada tra le nostre metodologie lavorative.

Non si verificherà un processo inverso e tutti i tentativi per invertire la rotta saranno sorpassati (vedasi le limitazioni a chat GPT).

Intelligenza vs coscienza

Federico Faggin, grande fisico vicentino, distingue il cervello umano da quello artificiale citando la coscienza, che è la vera discriminante tra i 2 mondi.

Grazie alla coscienza c’è creatività ed emozione, e con essa si distingue – o sarebbe opportuno distinguere – ciò che è sensato da ciò che non lo è, ciò che è accettabile da ciò che può essere pericoloso.

L’intelligenza artificiale ha bisogno di un nuovo management cosciente, per accogliere e governare l’AI.

Strumenti intelligenti per l’export

Nell’ambito del nostro campo di intervento, l’export e l’internazionalizzazione, l’intelligenza artificiale sta supportando vari ambiti:

  • processi di generazione di lead in target
  • analisi di mercato molto più complete ed elaborate in tempi ridottissimi
  • processi di comunicazione più automatizzati
  • scambi di informazioni e merci più sicuri e veloci
  • … e tante altre cose.

Come reagire all’Intelligenza Artificiale

Di fronte al progresso di tale tecnologia, la sfida più grande è trovarsi pronti.

Non tecnicamente, conoscendo tutto dell’intelligenza artificiale (cosa impossibile), ma pronti sotto l’aspetto dei valori imprenditoriali, delle competenze di gestione aziendale e, soprattutto, pronti attraverso un management cosciente delle sfide e degli sforzi che ci attendono. Sarà questa la vera discriminante per gestire il progresso tecnologico.

Mai come oggi sarà necessario abbinare le competenze tecniche a quelle più umane – non solo trasversali -, perché su questo, non c’è concorrenza artificiale!

In conclusione, la domanda “Abbiamo davvero bisogno dell’intelligenza artificiale?” non ha una vera e propria risposta. Il progresso tecnologico e l’avanzata dell’AI proseguiranno; ciò di cui ci sarà bisogno sarà il management cosciente.

Damiano Santini

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