
In questi giorni si parla del gas russo e dei cereali russi e ucraini ma anche la meccanica trova gravi limiti nell’importazione, in particolare chi necessita di semilavorati in ferro e acciaio.
Non tutti sanno che l’Ucraina è il principale fornitore di bramme per i laminatoi italiani.
Aziende multinazionali come Metinvest e NLMK hanno proprie fonderie in Ucraina e da lì forniscono i principali impianti italiani ed europei. Ne ha parlato anche Rai News nei giorni scorsi.
Sommario
Qual è l’impatto della guerra in Ucraina sulle aziende metalmeccaniche italiane?
Due dati per capire la dimensione della questione:
- L’Ucraina nel 2020 ha esportato nel mondo oltre 2,5 mld di $ di semilavorati in ferro e acciaio
- L’Italia è il primo mercato di destinazione e pesa oltre il 25%.

Il punto di vista dell’Italia
- Il nostro paese importa oltre 3 mln di tonnellate di semilavorati in ferro e acciaio
- L’Ucraina è il primo fornitore dell’Italia e pesa oltre il 60% (circa 2 mln di tonnellate)
- Il secondo fornitore, manco a dirlo, è la Russia e pesa quasi il 20% (oltre 600K tonnellate)
In sostanza, bloccate le importazioni da Ucraina e Russia, i laminatoi italiani perdono l’80% dei fornitori.
Ok, rimbocchiamoci le maniche e troviamo altre soluzioni ma…
Quali sono le alternative ai semilavorati ucraini?
Gli altri fornitori dell’Italia sono, in ordine di grandezza, India, Svizzera, Germania e Austria ed oggi pesano rispettivamente l’8,9%, il 2,6%, l’1,8% e l’1,2%.

Siamo sicuri che siano in grado di aumentare la produzione del 400%?
È necessario avviare un dialogo con altri fornitori. Ecco chi sono i principali esportatori mondiali di semilavorati in ferro e acciaio:

Gli altri grandi esportatori mondiali – oltre l’India – sono il Brasile, il Vietnam, l’Iran ed il Giappone.
L’Italia, per il settore dei semilavorati in ferro e acciaio, non ha grandi relazioni con questi mercati ma sarà chiamata ad interagire con loro per sopperire al vuoto – speriamo temporaneo – lasciato dalle fonderie ucraine.