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Continuiamo con le interviste ai Temporary Export Manager parte della Community di TEM Italia.

Oggi è con noi Elisabetta Leoni.

Elisabetta, vuoi raccontarci ci sei e che lavoro fai?

Sono Elisabetta Leoni, opero e vivo da Cesena e sono Temporary Export Manager oramai da tanti anni, ho un’esperienza di oltre 20 anni e mi occupo di aiutare le aziende nel loro sviluppo commerciale, in particolare sui mercati esteri.

In cosa consiste l’attività del Temporary Export Manager? Puoi descrivere la tua giornata lavorativa tipo?

L’attività del Temporary Export Manager normalmente è quella di avere un’attività di pianificazione strategica che si fa insieme ovviamente all’azienda e agli obiettivi che vuole raggiungere quindi si definiscono quali possono essere i mercati target di riferimento, il cliente tipo che vuole raggiungere e poi si finalizza, diciamo così, l’attività nell’individuazione delle opportunità sui mercati esteri, nella ricerca di potenziali clienti e quindi il contatto stesso e, quando ci sono le condizioni, l’incontro con potenziali clienti, che sia invitandoli in fiera, andare in fiera o organizzare meeting in azienda o presso le loro strutture all’estero.

Come gestisci (in un periodo come questo, il Block-down da Coronavirus, ndr) il fatto di non poter viaggiare e non poter partecipare a fiere?

Premesso che questa è una situazione che ritengo sia temporanea, poi la durata la potremo vedere solo nei prossimi mesi, diciamo che le fiere cambieranno nel senso che lo scenario sarà diverso in quanto tutto quello che riguarda momenti di assembramento e incontro dovranno essere declinati in maniera differente. 

Ritengo che oggi gli strumenti che la tecnologia ci offre possano non dico sostituire ma sicuramente compensare quella che è una mancanza di contatto diretto. 

Ovviamente è un modo diverso di fare attività relazionale però è un modo che non possiamo dimenticare, al momento ci consente comunque di restare in contatto

Non ci tocchiamo però ci possiamo vedere, possiamo comunque creare relazione e approfondire i temi che ci stanno a cuore. 

Torneranno tempi delle fiere, degli incontri e delle missioni commerciali, al momento cerchiamo di non aspettare ma di agire utilizzando gli strumenti che abbiamo a disposizione.

Hai una specializzazione in alcuni settori o mercati?

Negli anni e nel tempo ho cercato di sviluppare competenze in ambiti geografici che sono quello europeo, sia occidentale che Est Europa e nella parte del Nord Africa. Ho avuto anche esperienze sia di viaggio che di business oltre oceano, sia sull’Estremo Oriente che negli Stati Uniti

Ovviamente in base al target delle aziende i mercati oltre oceano vanno visti con una certa accortezza. L’azienda che vuole andare oltre oceano deve avere o quanto meno deve prepararsi sia strutturalmente sia organizzativamente in maniera adeguata.

Per quanto riguarda i settori, negli ultimi anni ho acquisito molta esperienza nell’ambito agroalimentare e nutrizionale e nell’ambito chimico farmaceutico incluso quello cosmetico. Queste sono le 2 aree di riferimento che più mi appassionano e mi appartengono.

Essere trasversale a più settori credi possa essere un punto di forza nel tuo lavoro?

Io credo che la caratteristica che più mi rappresenta sia la trasversalità

Per trasversalità intendo che l’acquisizione di competenze di conoscenze in ambiti, mercati e settori differenti lo vedo un plus e un vantaggio, almeno questa è la mia esperienza, perché riesce, questa trasversalità, a valorizzare quelle che sono delle competenze, delle conoscenze e dei contatti che possono essere poi spesi in tutti i progetti che il Temporary Export Manager ha “alla mano”. 

Quindi, avere la possibilità di una visione in un ambito differente riesce a darti quella flessibilità di insieme per potere applicare delle conoscenze, spendere delle competenze che si sono acquisti ad esempio in ambito nutrizionale in un ambito che può sembrare all’opposto ma in realtà nelle dinamiche, nelle strategie e negli approcci, può diventare invece strategico e fare la differenza. 

Quindi, lo vedo un valore aggiunto, almeno per quanto mi riguarda e rispetto alla mia esperienza.

[M] L’avere punti di vista diversi, gestire progetti e settori che provengono da ambiti diversi ti consente di applicare delle metodologie che tu hai visto specifiche di un settore, magari ad un altro settore

Per fare un esempio, recentemente un’azienda che aveva sempre operato sui mercati esteri lavorando solo ed esclusivamente con agenti locali, dal momento che faceva fatica ad identificare un nuovo agente che succedesse a quelli precedenti, era disorientata. 

Il nostro consiglio di orientarsi verso una figura diversa come potrebbe essere un distributore o una struttura anche totalmente diversa gli ha aperto degli scenari nuovi. 

Quindi, avere dei punti di vista diversi spesso può aiutare e fare la differenza. 

[E] Integro dicendo che trasversalità è anche sinonimo poi di flessibilità e quindi avere un’ottica e un punto di vista diverso perché se io vedo e affronto una cosa nella stessa posizione e dallo stesso punto di vista ovviamente perdo l’ottica globale quindi trasversalità io la considero flessibilità, mettersi in discussione, quello che oggi (Coronavirus, ndr) i tempi ci richiedono.

Ultima domanda: quando non sei in giro per il mondo, operi prevalentemente presso l’azienda o presso il tuo ufficio?

Premesso che vorrei essere in giro per il mondo molto spesso, dipende dai progetti e dalle aziende con cui si lavora. 

La fisicità diventa rilevante nel momento in cui l’azienda è vicino alla propria posizione geografica. 

Non è un limite, il ruolo del Temporary Export Manager, proprio come dicevo anche prima, che sia interno (Export Manager) o esterno (TEM) all’azienda è quello di avere un’attività sia strategia, quindi di riflessione, di raccolta dei dati, di analisi delle informazioni, di pianificazione che non richiede necessariamente la presenza in azienda ma va fatta in tranquillità e spesso in back office usando strumenti e informazioni che si hanno e che si mettono a disposizione dell’azienda

Ovviamente c’è una parte di attività che rende necessario vivere la vita dell’azienda, quindi la risposta è dipende da dov’è localizzata l’azienda, quanto tempo ha da dedicare a degli incontri con il Temporary Export Manager, quanto l’attività di collaborazione con l’azienda richiede viaggio, richiede trasferte quindi diciamo che il bello di questo lavoro è quello di potere integrarsi a una parte di presenza in azienda sia una parte di back office

Io credo che per le aziende possa essere anche interessante avvalersi di figure che non necessitano di essere presenti. 

Attenzione a non pensare che il non essere in azienda sia uno svantaggio, in realtà è portare competenze e punti di vista nuovi in azienda, anche se vengono dall’esterno e non sono nell’organigramma così come lo intendiamo tradizionalmente, può diventare importante, sia a livello di motivazione sia a livello di organizzazione. 

Grazie Elisabetta Leoni!

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